Nightgudie intervista Daniele Sanzone, voce degli 'A67 per parlare del loro ultimo lavoro, Neaples Calling

Nightgudie intervista Daniele Sanzone, voce degli 'A67 per parlare del loro ultimo lavoro, Neaples Calling

Gli 'A67 si fanno internazionali nel suono e nel linguaggio e tornano con un lavoro discografico ricco di
importanti collaborazioni e diverse influenze sonore, anticipato dal singolo e video “Il Male Minore” feat.
Caparezza, prodotto da Gigi Canu dei Planet Funk, e dalla cover in napoletano di “Tuyo”, brano di Rodrigo
Amarante, già sigla della fortunatissima serie Netflix “Narcos”, seguiti da “Brava gente” feat. Frankie Hi-Nrg
Mc e dall'ultimo estratto, il videoclip della title track “Naples Calling”.


“NAPLES CALLING” - IL DISCO
“Naples calling” esce nel quarantennale di “London calling” dei Clash e vanta la produzione artistica di
Massimo D'ambra. L'album, il quarto della band, si compone di dodici tracce “politicamente ballabili e
melodicamente scorrette”, tra cui otto in lingua italiana e le restanti in napoletano.
La title track è un omaggio ai Clash, ma soprattutto un invito a ribellarsi. La band di Scampia si è immaginata
una Napoli che chiama se stessa attraverso la propria maschera, Pulcinella, che nel brano, pur di svegliare il
proprio popolo dalla rassegnazione, arriva a un atto estremo: incendiarsi in mezzo a Piazza Mercato. Un
pulcinella rivoluzionario che s'immola come Ian Palach nella primavera di Praga o la recente Sahar
Khodayari, ragazza iraniana 29enne, che si è data fuoco per protestare contro la magistratura della
Repubblica islamica che l'aveva condannata al carcere per essere entrata illegalmente in uno stadio di
calcio.
Un album vario, che va dalle sferzate ironiche de “Il Male Minore” e “Fuori luogo”, alla denuncia di “Nì”,
“Bluemoon” e “Brava gente”. Il disco canta anche l'amore in “Zero Alibi”, “Viola”, “Core e penzieri” e
“L'ammore nun tene paura” e la poesia, infine, nel brano “I colori”.
“Naples calling” è un disco che parte da Scampia per sognare una nuova primavera italiana.


Nightguide. È uscito questo vostro nuovo album di inediti, “Neaples Calling”, chiaro riferimento a London Calling. Raccontaci un po' del percorso che vi ha portato a questo disco.
Daniele Sanzone. Questo è il nostro quarto album e ha avuto una gestazione molto lunga. Dovevamo rivoluzionarci sia nel suono che nel linguaggio e volevamo una sorta di nuovo primo disco se possibile, con tante canzoni in italiano e un sound completamente elettronico, abbiamo Massimo D'Ambra (mi pare) come produttore e volevamo realizzare un disco di un certo tipo e ci siamo presi il tempo che ci voleva. Siamo una band che partorisce dischi solo quando ha qualcosa da dire, e in questo senso ci siamo messi d'impegno e abbiamo scelto questo titolo per omaggiare i Clash nel 40ennale di London Calling, e per richiamare la nostra Napoli. Abbiamo immaginato che Napoli chiamasse se stessa attraverso la maschera di Pulcinella e pur di svegliarsi, arrivasse a un atto estremo: quello di incendiarsi in mezzo Piazza Mercato come Ian Palach nella Pimavera di Praga, come si vede nel bellissimo video di Massimo Di Pinto per la title track.

 

NG. Diciamo però che se uno vede il video o sente solo la canzone ci sono due effetti diversi, perché il video si chiude in modo più amaro rispetto alla canzone. Il video aiuta a capire che c'è un gesto forte, ma sembra quasi che lasci intendere che è un gesto inutile.

DS. A noi piace l'idea di ricordare il gesto di questi due simboli della rivoluzione, Ian Palach o Mohamed Bouazizi, il ragazzo che poi ha dato il via a tutta la primavera araba. Ci piaceva l'idea che quest'atto estremo potesse dare il via a una nuova primavera italiana, che la città potesse risorgere dalle proprie cenere. C'è sempre la speranza ma il pezzo è duro e amaro. Abbiamo bisogno di durezza e provocazioni forti in questo momento in cui ci sono immobilismo e assuefazione allo status quo.

 
NG. Forse, mentre nel caso degli attivisti che hai citato il gesto forte che ha scosso gli animi era stato proprio quello di darsi fuoco, nel video il gesto provocatorio è quello di far vedere che una persona che lo fa nell'Italia moderna viene ripresa dai cellulari. Per assurdo il pugno allo stomaco arriva non mentre si da fuoco ma quando l'inquadratura si allarga.
DS. Bravo, hai colto il significato. La vera amarezza è che nonostante ci sia un gesto così estremo, così drammatico, l'indifferenza è tale che viene ripreso dai cellulari. Pulcinella ha fallito, perché il suo gesto era per svegliare le coscienze e questi lo riprendono mentre muore. Se ci fosse un sequel del video mi immagino che ci siano manifestazioni a favore di Pulcinella per prendere le distanze da chi ha ripreso col cellulare.

 
NG. Secondo te, da napoletano e considerando la musica che fai e i testi che ho sentito: pensi che ci sia un modo di risvegliare la coscienza? Tu parli di Napoli, ma in qualche modo dell'Italia intera!
DS. Parlare di Napoli significa parlare dell'Italia. C'è modo. Noi lo facciamo attraverso la nostra musica, le nostre armi sono basso, batteria, chitarra e voce, con cui cerchiamo di far riflettere chi ci ascolta per quanto sia possibile. Ognuno lo deve fare secondo me, al di la del proprio mestiere. Dovrebbe sentire l'obbligo di impegnarsi e fare qualcosa nel proprio piccolo. Noi lo facciamo con canzoni che inducano alla riflessione.

 
NG. Il video di “Neaples Calling” si chiude con l'inquadratura del pezzo di carta che rotola in quelle che tutti spero riconoscano come Le Vele di Scampia.
DS. Esatto. Ma perché parte e finisce li, parte da Pulcinella che sta seduto sulla panchina delle Vele e torna li. Il paesaggio diventa la carta sporca di Pino Daniele, ed è come se tutto fosse stato un sogno. Ci sono tante interpretazioni. Noi siamo davvero felici di quel video perché crediamo che sia davvero un piccolo capolavoro, realizzato da un geniaccio che si chiama Massimo Di Pinto.

 
NG. Il video rende perfettamente il concetto. Voi venite da più di due anni di gestazione per l'album.
DS. No di più: l'ultimo album nostro è del 2012. Ci sono stati un paio d'anni di tour in cui abbiamo girato l'Italia e siamo stati anche all'estero e poi ci siamo messi a lavorare al disco, quindi sono almeno 5 anni di gestazione. Noi venivamo da una musica tutta suonata, quindi ci siamo affacciati  a un mondo nuovo per noi, anche se l'abbiamo sempre ascoltata e amata, la musica elettronica aveva sempre trovato poco spazio nelle nostre produzioni. Invece in quest'ultimo album abbiamo lasciato più spazio al suono elettronico.

 
NG. Cosa vi ha fatto scattare questo click?
DS. No, è stato un naturale percorso: i nostri dischi non sono mai uguali, sempre diversi, siamo sempre alla ricerca di nuovi suoni e stimoli e naturalmente, ascoltando anche ciò che va in giro, ci è venuto naturale confrontarci con un suono diverso. E abbiamo anche scelto il produttore giusto, Massimo D'Ambra, e così è andata.

 
NG. Se in questo momento dovessi definire quello che stai facendo, il tuo percorso e il tuo messaggio, che ruolo ha la musica in tre parole, le prima che ti vengono in mente?
DS. Che ruolo ha la musica nella mia vita? Amore, vita e passione.

 
NG. Quali sono i tre album che mai potrebbero mancare nella tua collezione?
DS. Allora i tre album...ti direi più i tre artisti, Pino Daniele, Cypress Hill e Rage Against The Machine.

Intervista a cura di Luigi Rizzo.


L'intervista è stata realizzata prima dello scoppio dell'epidemia di coronavirus.
 
 

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